Il tessuto con cui un capo di abbigliamento è prodotto spesso ne è elemento determinante della qualità finale.
Non tutti i tessuti sono adatti a tutti i design di abito e a tutti i capi di abbigliamento, vengono scelti principalmente in base alla loro pesantezza e rigidità.
Ecco qui una mini classificazione dei tessuti.
Partiamo con la prima macro distinzione di fibre: NATURALI vs CHIMICHE.
Le fibre naturali sono le più antiche del mondo. Infatti frammenti di cotone risalenti al 5000 a.C. sono stati rinvenuti in Messico e in Pakistan mentre la tradizione cinese fa risalire la storia della seta addirittura al 6000 a.C.
Tra le fibre naturali di origine vegetale troviamo il lino, una fibra molto resistente ideale per capi estivi per la sua capacità di disperdere il calore.
Meno usata per l’abbigliamento rispetto al cotone è la canapa perché produce tessuti più grezzi.
Accanto alle fibre naturali di origine vegetale troviamo quelle di origine animale. L’utilizzo della lana da parte dell’uomo per capi di abbigliamento risale ai sumeri: se tosatura e filatura sono passaggi che ancora oggi vengono fatti, la tecnica della lavorazione e tintura ha sicuramente fatto passi da gigante .Oggi però con la nuova lana biologica , con un’attenzione alla nutrizione degli animali, all’utilizzo di tinture naturali, stiamo ritornando alla lana delle origini.
Il baco lavorato da millenni ci da la seta, un tessuto leggero e al contempo resistente: buon conduttore di calore, è .in grado di assorbire l’umidità .
Le fibre chimiche, create dall’uomo attraverso reazioni chimiche, hanno invece una storia più recente. Dobbiamo infatti attendere la fine dell’ottocento perchè il conte De Chardonnet brevetti il rayon: una fibra artificiale originata dalla cellulosa che successivamente prende il nome di viscosa o Seta Vegetale per la sua morbidezza. Il tessuto di viscosa ha proprietà ipoallergeniche.per questo vede il suo utilizzo per capi che vengono a contatto con la pelle come per esempio l’abbigliamento intimo.
Diversamente dalle fibre artificiali che hanno origine da materiali naturali, di cui abbiamo appena parlato,le fibre sintetiche derivano dal petrolio o da altri minerali. Nell’abbigliamento vedono il loro utilizzo per capi impermeabili.
Esempi di fibre sintetiche sono l’acrilico, l’elastan, il poliestere, l’alcantara, il lurex, il neoprene. Il grande vantaggio delle fibre sintetiche è che non si stropicciano e sono molto resistenti. Il loro “difetto” risiede nel fatto che non sono biodegradabili.